La risposta è sì.
Prevenire l’osteoporosi si può e si deve, anche perché le cure disponibili non permettono di guarire dalla malattia, una volta che si è instaurata, ma solo di fermarne o rallentarne la progressione. La prevenzione, quindi, è fondamentale e deve iniziare presto, fin da quando si è giovani. È in questa fase della vita, infatti, che si raggiunge il picco di massa ossea e si mette da parte quel “capitale” di minerali nell’osso, primo fra tutti il calcio, da cui dipende la robustezza dello scheletro negli anni a venire. Raggiungere un picco di massa ossea adeguato in gioventù significa fare un investimento per il futuro e ridurre le probabilità di avere l’osteoporosi quando si diventerà anziani.
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Approccio di genere. Ossia valutare le differenze biologiche, sociali ed ambientali che influenzano i diversi stati di salute tra i due sessi. Il fine è migliorare gli interventi di prevenzione, con un occhio maggiore alla personalizzazione della terapia.
Questa patologia è vista classicamente femminile, ed invece colpisce anche l’uomo. Lo sapevate che gli uomini muoiono più delle donne a seguito di frattura osteoporosa dell’anca? Ecco un’anomalia di genere: il controllo della densità minerale ossea è eseguita per più dell’80% dei casi in donne. Quindi, mentre esistono per questa patologia, programmi di screening per le donne, non altrettanto viene fatto per l’uomo.
L’osso ha una sua densità e forza, mantenuta tale da diversi elementi, tra cui vitamina D e la luce solare, il calcio e il fosforo. Ma lo sapevate che le nostre ossa subiscono in continuazione un rimodellamento? Ossia, si demoliscono e si rinforzano in misura diversa a seconda dell’età. Nell’età di sviluppo le ossa crescono in larghezza e in lunghezza adeguandosi alla crescita corporea.
La densità delle ossa è progressiva fino a circa 30 anni, età di massima resistenza per le ossa. Nei primi trent’anni di vita si genera più tessuto osseo di quanto se ne degeneri. Con l’età adulta e successivamente con l’età più matura, il processo rimodellamento subisce un disequilibrio fisiologico:la demolizione ossea non viene rimpiazzata con altrettanta formazione di tessuto osseo. La conseguenza è la perdita di densità delle ossa ed il loro indebolimento: è l’inizio della osteoporosi. Nelle donne coincide con il periodo della menopausa e negli uomini dopo i 50 anni. La principale causa è la carenza degli estrogeni.
Tale carenza associata a valori bassi di vitamina D, aumentano l’attività delle paratiroidi e causano un rilascio eccessivo di ormone paratiroideo. L’aumento dell’ormone paratiroideo può a sua volta accellerare la deplezione ossea. Stiamo parlando di osteoporosi primaria, più o meno grave a seconda si faccia consumo di alcool, di tabacco, o di certi farmaci, o in presenza di un’anamnesi familiare di osteoporosi o menopausa precoce. Vi sono poi delle patologie che possono causare l’osteoporosi detta secondaria: disturbi ormonali, insufficienza renale, l’artrite reumatoide. Infine parliamo di osteoporosi idiopatica per cause non note e in presenza di valori normali di vitamina D e livelli ormonali nella norma.
La prevenzione dell’osteoporosi e, di conseguenza, delle fratture, si basa su almeno cinque punti cardine, tutti legati allo stile di vita:
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